Particolare del Retablo del Presepio del Maestro di Castelsardo

Pala di Sant’Orsola

Pala di Sant'Orsola
  • Nazione - Italia
  • Città - Cagliari
  • Luogo di conservazione - Pinacoteca Nazionale di Cagliari
  • Categoria - Dipinti
  • Inventario - DI31
  • Materia e tecnica - tempera e olio su tavola incamottata
  • Autore - Francesco Pinna
  • Datazione - primi del XVII secolo

Scomparto maggiore: S. Orsola e le sue compagne fra i SS. Michele e Damiano, m 1,97 x 2,03. Lunetta: Madonna col Bambino, S. Caterina d'Alessandria e altra santa,cm. 71 x 192.

La Pala di S. Orsola, della quale mancano menzioni coeve, consta di due tavole che provengono dal convento dei Mercedari, annesso al santuario della Madonna di Bonaria: uno scomparto maggiore, che raffigura S. Orsola e le compagne tra S. Michele e S. Damiano, e una lunetta, dove è rappresentata la Madonna col Bambino. Giovanni Spano (1861) la vide nel convento di Bonaria, piuttosto rovinata e con una cornice simile in tutto a quella della Pala di S. Alberto nella chiesa del Carmine a Cagliari, opera dello stesso autore; questo tipo di cornice, intagliata, dorata e policromata, è assolutamente unico in Sardegna. La Pala di S. Orsola si identifica come opera tardomanierista del maestro algherese Francesco Pinna ed è quella attorno alla quale inizialmente veniva raccolto, sulla sola base di concordanze formali, il corpus delle opere del cosìdetto Maestro di S. Orsola; solo dopo il ritrovamento a Parigi di un disegno firmato ( la Sacra Famiglia oggi a New York, nel Metropolitan Museum of Art ), è stata possibile l'identificazione anagrafica del Maestro di S. Orsola nell'algherese Francesco Pinna, attivo a Cagliari fra il 1591 e il 1614, morto nel 1616. Infatti, in questo disegno, il ductus si rivela assolutamente simile a quello del disegno preparatorio a seppia, messo in vista dalla caduta del colore, che appare nella zona inferiore della tavola con S. Orsola e le sue Compagne, più precisamente nel particolare del calzare e del diavolo, resi con una incisività che rivela la conoscenza delle stampe tratte dalle opere dei grandi maestri del Cinquecento. Il confronto con questo disegno, inoltre, permette di rafforzare l'attribuzione dell'intero corpus di opere già in precedenza ascritte al Pinna sulla sola base della lettura formale, perchè rende ancor più palese il loro comune denominatore: «il modo di proiettare le ombre, la tipicità delle fisionomie, i dettagli architettonici, la tendenza alla bidimensionalità, che lo dice "sardo", non solo di nascita, ma propriamente per sensibilità e forma mentis» (Serra-Coroneo 1990).

Pala di Sant'Orsola
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