Particolare del Retablo del Presepio del Maestro di Castelsardo

San Giovanni Battista

San giovanni Battista
  • Nazione - Italia
  • Città - Cagliari
  • Luogo di conservazione - Pinacoteca Nazionale di Cagliari
  • Categoria - Dipinti
  • Inventario - DI39
  • Materia e tecnica - tempera e olio su tavola con fondo d'oro
  • Autore - Bartolomeo Castagnola
  • Dimensioni - cm 111 x 52
  • Datazione - 1602

La tavola venne donata dall’ing. Dionigi Scano alla Pinacoteca nel 1915, insieme al San Matteo. (Inv. DI38). In origine facevano parte, assieme alle due tavole con i SS. Francesco d'Assisi e Alberto Carmelitano, dell'Ancona di S. Anna, che fu vista dallo Spano nel 1861 nella chiesa di S. Francesco di Oristano (nella cui sacrestia sono attualmente collocate le due tavole su citate). Le tavole custodite in Pinacoteca sono firmate e datate dal pittore napoletano Bartolomeo Castagnola, residente nell'Isola almeno dal 1598 al 1611. La presenza del tradizionale e ormai anacronistico fondo oro, al tempo ancora gradito alla committenza isolana, fornisce la prima spia di un certo adattamento al gusto sardo, documentato in modo più sostanziale da una tecnica pittorica in cui prevale l'incisività della linea e la tendenza alla planarità. Viene così interpretata da uno dei pittori più richiesti e attivi al tempo in ambito locale, dopo l'estinzione della scuola di Stampace, la moda manierista campana, inaugurata a Cagliari nell'ultimo quarto del XVI secolo dall'Ancona di S. Anna di Girolamo Imparato. Lungo il margine inferiore della tavola dove è rappresentato S. Matteo mentre scrive il Vangelo ispirato dall'angelo, si legge in modo frammentario: S. MATHEUS BARTHOLOMEUS CASTAGNIOLA FECIEBAT; ai piedi del santo Apostolo si intravede, nonostante la vasta lacuna pittorica, la committente dell'opera con un rosario fra le mani. Nella tavola raffigurante S. Giovanni appare invece il committente e nel bordo inferiore della tavola si legge l'iscrizione IMAGO IVI BENEDICTUM AB ILL.T.MO - S.JO.BAPTIS seguita dall'anno e mese di esecuzione dell'opera, che non sono più leggibili integralmente, ma lo erano ancora perfettamente nel 1966: ANNO MDCII. M(EN)S AP(R)IL(I)S.

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