Particolare del Retablo del Presepio del Maestro di Castelsardo

Amuleto con tre sonagli

Amuleto con tre sonagli
  • Nazione - Italia
  • Città - Cagliari
  • Luogo di conservazione - Pinacoteca Nazionale di Cagliari
  • Collezione - Acquisto Collezione Sanjust – 12. 2. 1925
  • Categoria - Oreficeria
  • Inventario - OR170
  • Materia e tecnica - Argento e Cypraea - Tecnica a filigrana e laminazione
  • Dimensioni - cm. 10,5 x 3,3
  • Datazione - XIX secolo

L’amuleto caratterizzato da una sfera di colore nero, legata in argento a formare un ciondolo, è diffuso in molti centri sardi, con diverse denominazioni ( sabegia, cocco, pinnadeddu…). Allo scopo di proteggere i bambini dal malocchio, l’amuleto si appendeva agli abiti o nelle culle. La sfera nera può essere di diversi materiali, come pasta vitrea, ambra nera, legno, onice, ossidiana, ecc. Le catenelle più o meno elaborate che reggono la sfera, sono sempre in argento: secondo la credenza popolare, infatti, l’oro avrebbe il potere di annullare la carica magica delle pietra. Spesso il potere magico dell’oggetto è rafforzato da elementi in corallo e sonaglini. La rottura della sfera veniva attribuita al fatto che l’amuleto avesse effettivamente protetto dal malocchio il suo portatore.

Amuleto con conchiglia Cypraea con tre campanelli, bordatura in argento laminato. La conchiglia, apportatrice di fertilità, incorpora la valenza che le deriva dalla sua provenienza dall’acqua, sostanza primordiale da cui tutto nasce, ma anche tutte le forze del simbolismo sessuale, particolarmente marcato nella Cypraea ( che in Sardegna veniva importata ) implicito nella sua forma a vulva.

Montata su supporti d’argento con filigrana e accompagnata dai piccoli sonagli che hanno la funzione di rafforzare il richiamo della forza magica e di tenere desta la sua vigilanza amuletica; usata anche contro il malocchio ed il mal d’orecchi.

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