Amuleto con tre sonagli
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L’amuleto caratterizzato da una sfera di colore nero, legata in argento a formare un ciondolo, è diffuso in molti centri sardi, con diverse denominazioni ( sabegia, cocco, pinnadeddu…). Allo scopo di proteggere i bambini dal malocchio, l’amuleto si appendeva agli abiti o nelle culle. La sfera nera può essere di diversi materiali, come pasta vitrea, ambra nera, legno, onice, ossidiana, ecc. Le catenelle più o meno elaborate che reggono la sfera, sono sempre in argento: secondo la credenza popolare, infatti, l’oro avrebbe il potere di annullare la carica magica delle pietra. Spesso il potere magico dell’oggetto è rafforzato da elementi in corallo e sonaglini. La rottura della sfera veniva attribuita al fatto che l’amuleto avesse effettivamente protetto dal malocchio il suo portatore. Amuleto in vetro a forma di corno con montatura e catenelle in argento e tre sonagli. Come nella religiosità popolare pagana, anche in quella cristiana piccoli oggetti che traggono la loro valenza dal rapporto diretto o indiretto col sacro furono destinati ad uso personale e trovarono larga diffusione; la gran parte di essi – custodita all’interno di contenitori dalle forme più diverse, come il nostro – veniva portata indosso per potenziarne l’efficacia protettiva sulle persone. |
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