Particolare del Retablo del Presepio del Maestro di Castelsardo

Retablo dell'Annunciazione

Retablo dell'Annunciazione
  • Nazione - Italia
  • Città - Cagliari
  • Luogo di conservazione - Pinacoteca nazionale di Cagliari
  • Categoria - Dipinti
  • Inventario - DI1
  • Materia e tecnica - Tempera su tavola
  • Autore - Joan Mates
  • Dimensioni - cm 260,9 x 238,1
  • Datazione - 1410 circa

Il retablo proviene dalla chiesa di S. Francesco di Stampace; era collocato nella cappella dell'Annunciata, di patronato della famiglia toscana Di Dono o Dedoni, la stessa cappella dalla quale proviene la lastra tombale di un Guido Di Dono, che reca inciso, come anno della morte, il 1410.

Proprio intorno a questa data dovrebbe ruotare l'esecuzione del dipinto, ascritto al catalano di Vilafranca del Penedès Joan Mates, pittore documentato dal 1393 al 1431; committente dell'opera fu forse proprio quel Guido Di Dono, mercante, parente di un Leonardo Di Dono che da un documento del 1403 risulta in rapporto con Joan Mates. L'artista si formò con tutta probabilità nella bottega di Pere Serra che rilevò nel 1408 e cominciò ad assumere commissioni in proprio dall'anno successivo.

Giovanni Spano descrisse il retablo completo di altre tavole (tre per l'esattezza) oggi perdute; ci rimangono in tutto otto pannelli dipinti a tempera su tavola con fondo oro. Nello scomparto centrale si trova un'Annunciazione, molto rovinata, ma dalla quale traspare ancora la delicatezza dei tratti fisionomici dei volti e degli accostamenti cromatici: la scena appare avvolta da quell'aura cortese tipica dello stile gotico internazionale. Nel pannello superiore è raffigurata una Crocifissione, assai deteriorata; delle scene laterali l'unica superstite è la Caccia di S. Giuliano, che ritrae il santo cavaliere riccamente agghindato che, con il suo arco e la sua freccia, prende di mira un cervo braccato dai cani.

Nella predella sono raffigurati, da sinistra, S. Antonio Abate e S. Giovanni Battista, al centro Cristo in pietà, S. Margherita d'Antiochia e S. Caterina d'Alessandria.

L'opera è stata restaurata nel 1998-'99; l'intervento ha consentito una rilettura meno frammentaria del dipinto e una riscoperta di alcuni particolari pittorici (bordo inferiore del manto dell'Angelo, mignolo della mano destra del Cristo), prima occultati da precedenti restauri.

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