Particolare del Retablo del Presepio del Maestro di Castelsardo

Il luogo e la sede

La Pinacoteca, alla quale si accede dal terzo piano del Museo Archeologico, è articolata su tre livelli, impostati intorno alle antiche mura spagnole inglobate nell’edificio, dove si apre un ampio vano centrale che mette in comunicazione la totalità degli ambienti museali.

Il criterio di esposizione è cronologico e segue le vicende pittoriche isolane dal tardo Medioevo, passando per le prime risposte al Rinascimento degli artisti locali, per opere di importazione provenienti da altre locali d’Europa, sino all’Ottocento sabaudo e al nostro contemporaneo.  

La collezione, oltre che dalla produzione pittorica, è costituita da vetrine che espongono preziosi oggetti devozionali e liturgici di artigianato. Inoltre, nel patrimonio della Pinacoteca figura una significativa raccolta etnografica, costituita da tessuti, mobili, ceramiche, armi, che viene esposta in mostre temporanee.

 

 

Piano superiore

Inizia in questo piano il percorso espositivo costituito per la gran parte dai retabli, che rappresentano la parte più importante della raccolta pittorica. Il visitatore, appena entrato nella Pinacoteca, incontra immediatamente l’esposizione di grandi tavole dipinte, le quali intendono rendere l’idea della loro disposizione nelle cappelle di San Francesco di Stampace in Cagliari, da cui provengono. 
I retabli più antichi sono espressione della cultura tardogotica di ascendenza iberica, gli esempi poco successivi mostrano questa stessa corrente unita al fiamminghismo che si svilupperà nella penisola iberica (15° – inizi 16° secolo). I dipinti del 16° secolo riflettono invece una cultura dell’arte isolana, attenta alla produzione rinascimentale e manierista italiana, pur sempre in una linea di continuità con la tradizione fiammingo-catalana, le cui maggiori e più alte espressioni provengono dalla bottega stampacina dei Cavaro. Sono altresì presenti alcune opere di artisti operanti nei primissimi anni del 17° secolo, che riflettono un’assoluta padronanza delle tecniche pittoriche manieriste, adeguate comunque al gusto della committenza locale.  

Nel grande vano centrale un recente allestimento mette in mostra il monumentale Retablo di San Cristoforo, opera di un tardomanierista dell’Italia meridionale alternativamente riconosciuto in Decio Tramontano e in Matteo Pérez da Lecce. Grazie a moderne tecnologie, è stato possibile ricrearne virtualmente l’aspetto originale: proiezioni luminose, infatti, restituiscono l’incorniciatura e la statua lignea che facevano parte della complessa struttura.

Altri dipinti di scuole italiane (genovese, romana, napoletana) ed europee (Fiandre, Spagna) si trovano esposte nel piano superiore principale e si articolano in produzione sacra e profana. Esse provengono perlopiù da collezioni ecclesiastiche smembrate e da donazioni private. Queste testimoniano una realtà storica e culturale dell’Isola dominata dalle importazioni di opere e di artisti di differente provenienza, la cui attività è preponderante rispetto a quella dei pittori locali.

 

 

Piano intermedio

Nel piano intermedio sono collocate opere dell’Ottocento sardo, con un’interessante collezione di ritratti, tra cui spicca quello del Canonico Spano, figura illuminata della Sardegna del Positivismo ottocentesco, fondamentale per la storia dell’isola e dei Musei Nazionali di Cagliari.

La pittura novecentesca isolana è testimoniata da pittori quali Stanis Dessy, Pietro Antonio Manca, Cesare Cabras, Mario Delitala, Giovanni Ciusa Romagna, e spazia tra tematiche quali la vita rurale e agreste, gli abiti tradizionali, i paesaggi, i ritratti e le nature morte, che costituiscono un’importante testimonianza artistica e storica. Anche altri artisti contemporanei, alcuni ancora viventi, trovano uno spazio espositivo di rilievo in quest’area: l’obiettivo del museo è di incrementare le proprie collezioni con vivo interesse verso l’arte dei nostri giorni.

 

 

Piano inferiore

Nell’ultimo piano si trova uno spazio dedicato alle mostre temporanee. Attualmente è esposta l’importante donazione effettuata nel 2021 dall’artista e maestro orafo Italo Antico.