San Brunone
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La tavola, proveniente dal convento di Nostra Signora di Bonaria, era, come il San Raimondo di Peñafort (Inv. DI44) uno dei pannelli laterali di un grandioso retablo eseguito per i padri Mercedari cagliaritani, che vi vollero raffigurati santi del proprio ordine. Le due tavole sono state riferite alla scuola di Zurbarán sulla base del loro chiaro rapporto con la serie di ritratti per il convento dei Mercedari di Siviglia, eseguiti dall’artista spagnolo tra il 1628 e il 1630. L’autore dei dipinti cagliaritani, che potrebbe essere un pittore spagnolo di passaggio, si conferma artista prossimo al linguaggio maturo di Zurbarán per diversi dati formali: la severità degli atteggiamenti e la incombente monumentalità d’impianto delle due figure, ma anche l’austera scelta cromatica che predilige i bruni e i bianchi dorati. Una nicchia con elementi architettonici di tipo classicista fa da sfondo ai due santi realizzati a figura intera, contribuendo ad accrescerne la maestosità. |
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