Particolare del Retablo del Presepio del Maestro di Castelsardo

Amuleto

Amuleto
  • Nazione - Italia
  • Città - Cagliari
  • Luogo di conservazione - Pinacoteca Nazionale di Cagliari
  • Collezione - Acquisto Collezione Sanjust – 12. 2. 1925
  • Categoria - Oreficeria
  • Inventario - OR176
  • Materia e tecnica - Argento e fossile - Tecnica a laminazione e incisione
  • Dimensioni - cm. 8,2 x 4,3 x 0,7
  • Datazione - XIX secolo

L’amuleto caratterizzato da una sfera di colore nero, legata in argento a formare un ciondolo, è diffuso in molti centri sardi, con diverse denominazioni ( sabegia, cocco, pinnadeddu…). Allo scopo di proteggere i bambini dal malocchio, l’amuleto si appendeva agli abiti o nelle culle. La sfera nera può essere di diversi materiali, come pasta vitrea, ambra nera, legno, onice, ossidiana, ecc. Le catenelle più o meno elaborate che reggono la sfera, sono sempre in argento: secondo la credenza popolare, infatti, l’oro avrebbe il potere di annullare la carica magica delle pietra. Spesso il potere magico dell’oggetto è rafforzato da elementi in corallo e sonaglini. La rottura della sfera veniva attribuita al fatto che l’amuleto avesse effettivamente protetto dal malocchio il suo portatore.

Amuleto “ pietra del tuono ” a forma di cuore; argilla cava contenente un seme e bordatura in argento.

L’amuleto, plasmato con l’argilla, al suo interno contiene un seme ( simbolo della fertilità ) che, quando viene scosso, produce un rumore che ricorda il tuono.

Aveva valore sacro che gli deriva dalla sua provenienza celeste: la pietra cade dal cielo insieme al fulmine apportando la pioggia, che assicura la fertilità della madre terra e garantisce un buon raccolto; per cui è considerata anche auditrice nel corso della gravidanza.

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