La fondazione
Il nucleo originario e più cospicuo del patrimonio della Pinacoteca Nazionale di Cagliari si formò in seguito a due accadimenti della seconda metà dell’Ottocento. Il primo fu la legge emanata dall’appena nato Regno d’Italia inerente alla soppressione degli ordini ecclesiastici (Regio Decreto n. 3036 del 7 luglio 1866), la quale permetteva l’incameramento da parte dello Stato dei beni ecclesiastici e dunque, di fatto, autorizzava il prelievo delle opere e degli arredi più significativi in mano alla Chiesa.
Il secondo evento fu la demolizione nel 1875 della chiesa di San Francesco a Cagliari, che sorgeva nel quartiere storico di Stampace, a seguito di un fulmine che il 1 novembre 1871 colpì il campanile, causando gravissimi danni alla struttura e rendendola impraticabile. Purtroppo, i progetti per il recupero della struttura non trovarono attuazione e si arrivò nel 1875 alla drammatica decisione di abbatterla, per costruire nuove abitazioni nell’attuale Corso Vittorio Emanuele II. La distruzione della Chiesa portò in Pinacoteca un gran numero di preziosi retabli del Quattro e Cinquecento e altri dipinti di grande pregio.
Tutto il materiale raccolto fu alloggiato a palazzo Belgrano, nell’attuale via Università, e nel 1889 fu preso in consegna da Filippo Vivanet, Commissario dei Musei e degli Scavi di Antichità, e inventariato da Vincenzo Crespi, Conservatore del Museo.
La collezione pittorica, assieme ai reperti archeologici che componevano il primo “Museo di Antichità”, fu trasferita nel Palazzo Vivanet in via Roma, ma lo spazio espositivo risultò, sin da subito, insufficiente rispetto alla quantità e alla varietà del materiale conservato.
In seguito all’esigenza di trovare una collocazione per le opere, fu progettata da Dionigi Scano una nuova sede museale nello spazio precedentemente occupato dalla Reale Zecca.
Nel 1904 venne inaugurato il Regio Museo Archeologico in piazza Indipendenza.
La collezione storico-artistica e quella etnografica furono esposte negli ambienti del Palazzo delle Seziate, l’edificio contiguo al Museo.